domenica 10 ottobre 2010
Partiamo per Taybeh con calma, dopo una prima colazione araba in famiglia e un caffè organizzativo poi, attraversiamo paesaggi desertici a me nuovi, arriviamo che c’è già un sacco di gente. Una pinta di birra costa come 2 euro, perderemo il conto delle birre procapite alla fine della serata. Mi sorprende trovare gente un po’ da tutto il mondo, stranieri che lavorano in palestina, qualche turista oltre alla numerosa gente del luogo , l’ambiente di festa è contagioso, balli tradizionali, una rock band, contest tra rapper e ovviamente tanta birra, per gli amici arabi divento Seraj (sirash) che in arabo significa lanterna o lampada ma il suono sembra simile e il nome mi piace.
Trascorreremo la notte oramai breve a Ramallah, ospiti di un ragazzo con chiare idee politiche ;)
Parto la mattina da ramallah e per andare a Tel aviv devo per forza passare da Gerusalemme, si perde più di un ora in fila al check point, sono sull’autobus il volto di una ragazza serissima e col capo coperto mi attrae la trovo bellissima vorrei parlarle ma né il contesto né un cenno da parte sua mi aiuta, forse è una delle tante persone che ogni giorno è costretta a questi estenuanti controlli, rubo qualche scatto alla bella sconosciuta. Le ultime ore in Israele le trascorro con Jonathan e Stav, sono contento di poter stare una notte da loro sono sempre carini e ospitali e verrebbero volentieri in Sinai con me.
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1 commenti:
Seraj... nomen omen!
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