lunedì 25 aprile 2011

Palawan, Coron, Manila (seconda parte)

Viaggiare verso le zone meno turistiche è ancora più difficile, quando arriviamo a Coron, l'altra isola a nord di Palawan le cose si complicano ulteriormente, Coron city è frequentata soprattutto da gente che fa immersione e sborsa tanti soldi, i prezzi sono di conseguenza più alti, non esistono spiaggie nel villaggio e anche qui le strade sono incasinatissime, il giorno seguente ripartiamo per un altro posto a nord dell'isola alla ricerca di un resort sulla spiaggia che ci hanno consigliato bello ed abbordabile. Dopo 4 ore di jeppney tutti impolverati arriviamo in un villaggio senza elettricità, senza acqua corrente, senza gas, senza telefoni e ripetitori  per il cellulare, senza acqua in bottiglia. Il resort è nuovo siamo tra i primi visitatori e gli unici ospiti, una famiglia si prende cura di noi, una signora ci prepara ogni giorno pesce cucinato in maniera differente, il marito ci offre in continuazione freschi cocchi appena raccolti, una sera mangiamo in due un chilo di aragoste spendendo 4 euro a testa, la cosa più costosa. La gente del villaggio è semplice ed allegra, i bambini curiosi e divertenti, quasi tutti sono pescatori e alcuni fanno parte di una minoranza etnica del posto. Anche qui visitiamo alcune isole della baia picolle e disabitate davvero belle, poco distante un costoso resort (a partire dai 100 euro a notte) è proprietario dell'intera grande isola, solo per approdare devi pagare come 10 dollari.
Pur essendo gentili i filippini mi hanno fatto più volte perdere la pazienza, le informazioni che ci danno sono quasi sempre errate o imprecise, attendiamo per un ore autobus che non arriverà mai, all'ufficio informazioni turistiche più volte alle nostre domande rispondono: " I have no idea Sir!" e ci dobbiamo ogni volta arrangiare. L'unico modo per arrivare a Mindoro, l'isola ancora più a nord è prendere una nave che parte due volte alla settimana. Mi faccio dare il numero e parlo personalmente con il capitano della nave per essere sicuro della partenza, mi conferma lunedì e giovedì. Ci organizziamo per partire giovedì, dopo solo qualche girorno veniamo a sapere che la nave non parte più perchè è giovedì santo!... grazie a questa cazzata non potrò visitare Mindoro, sono costretto a comprare un biglietto aereo per Manila e concludere qui il soggiorno filippino. (...mi veniva in mente Ariel il filippino di Zelig ...scusa segnò la nave se sbampata)

A Manila arrivo venerdì santo, è quasi tutto chiuso e la gente in giro è poca a parte i turisti, ovviamente qui gli alloggi sono ancora più cari, sto in una zona centrale in un posto per backpackers, pago una stanza minuscola  e calda quanto il cottage sulla spiaggia di Port Berton, ma c'è un terrazzo accogliente ed una bella atmosfera oltre che free wifi. Per strada come a Bangkok anziani uomini camminano mano per mano con giovani ragazze, tanti i locali con prostitute, agli angoli delle strade alcuni uomini spacciano Cialis e Viagra.
Non c'è tanto da fare a parte passeggiare per Intramuros, il quartiere più antico costruito dagli spagnoli nel periodo coloniale o a  Rizal park e girare per i centri commerciali, enormi e con ogni ben di Dio, sto anche organizzandomi per la prossima tappa, devo ora superare il pacifico incrociare l'International Date Line per arrivare a Los Angeles!









































domenica 24 aprile 2011

Palawan, Coron, Manila (prima parte)

Le Filippine sono l'alternativa al periodo che volevo trascorrere in Giappone, sono arrivato qui senza sapere nulla di questo paese, ho scelto di visitare Palawan seguendo i consigli di alcuni viaggiatori perchè meno turistica e come la definiscono loro "last frontier in Philippines", ed in effetti così è stata. Il primo impatto è positivo, mi colpisce la cordialità e le buone maniere delle persone, formulano sempre le domande chiamandoti "Sir": "how are you Sir?", "can I help you Sir?" ecc. l'unica cosa è che qui devo dimenticare le camere full optional a 5 dollari come in Vietnam, gli alloggi sono tra i più cari rispetto a tutto il sud-est asiatico e la qualità spesso lascia a desiderare. Da Puerto Princesa mi sposto verso le spiaggie e vado a Sabang, in effetti i turisti occidentali sono pochi, molti sono filippini in vacanza, ad una cena con altre persone conosco Neil, un tipo molto simpatico, un viaggiatore cinquattottenne, newyorkese, professore di antropologia alla Columbia University, orgoglioso dei suoi ultimi dreadlock... continueremo il viaggio insieme, il nostro programma coincide. Port Barton credo sia il posto più bello di tutta l'isola, i tramonti sono mozzafiato le spiaggie bianchissime, abbiamo trovato dei cottage sulla spiaggia davvero belli e ad un buon prezzo, la mia tecnica di domandare prima per una stanza e poi chiedere uno sconto per averne due funziona. Sono le giornate più belle, facciamo un giro in barca e riusciamo a pescare due tonnetti che mangeremo poi a cena; durante gli snorkeling  vedo una  miriade di pesci colorati, (ho visto anche una tartaruga) ma ovunque i coralli sono morti, i grossi pescherecci usano illegalmente dei veleni per uccidere i pesci e catturarli, letali anche per le piante. Durante un giro in kayak approdiamo in una piccola isola abitata da una sola famiglia,  ci invitano a mangiare con loro, pesce e riso ovviamente, ci dicono  che con 40 mila euro è possibile comprare l'intera isola! loro custodiscono la casa di un tipo che ci viene in vacanza.
Decidiamo di muoverci verso El Nido, il posto più famoso di Palawan, spostarsi è difficilissimo e faticoso, più che in India. E' possibile viaggiaare con i minivan comodi e con aria condizionata e i jeepney che spesso sono l'unica alternativa. Questi ultimi trasportano merci e persone, senza alcun finestrino e superaffollati, fanno un miliardo di soste per consegnare le merci porta a porta, le strade sono quasi sempre sterrate e ad ogni fermata una nuvola di polvere invade l'intero abitacolo, si possono perdere intere giornate per fare un breve tratto. La soluzione migliore è fare l'autostop fermando i minivan che vanno nella direzione giusta. El nido è rumorosa, cara, le spiaggie poco invitanti e  l'unica cosa da fare è il giro nella baia che mi ricorda molto quella di Halong in Vietnam, fare sosta nelle diverse isole, spettacolari e paradisiache ma affolate da chiassosi gruppi di turisti che le rendono meno affascinanti. ....continua.