domenica 12 dicembre 2010

Jodhpur

Sono su un autobus che tra circa 20 ore arriverà a Bombay, sto lasciando Jodhpur dopo non so quanti giorni. Ho seguito il consiglio di Ermanno e Alessia e ho trovato una guest house dall'atmosfera diversa dal solito. A gestire Hill view infatti sono due sorelle, che già per l'india è una cosa piutttosto rara, con due storie personali diverse, Naghina separata dal marito da dieci anni, gestisce la cucina e realizza bellissimi disegni con le henna, Safron single per scelta, dal carattere forte, impegnata nella politica locale è il boss della situazione gestisce la guesthouse e un pò tutto in generale. Nella loro casa vivono anche i fratelli con le rispettive famiglie e a gironzolare una dozzina tra bimbi e ragazzi.
Mi sento subito a mio agio l'atmosfera è sempre vivace, passo molto tempo in strada con loro, Hill View è un punto di riferimento della zona e molta gente del quartiere si siede a parlare, i ragazzi vengono per giocano a criket e sono tanti, quasi tutti corrono a piedi nudi su stradine in discesa e tortuose come se avessero le nike. Insegno loro un gioco di strada che ha sempre molto successo quando si gioca tra maschietti, "le statuine" a roma conosciuto come "non si muove una foglia".
I suoni di ogni notte sono le cicale, gli scoiattoli che emttono un suono simile alle cicale ma più fastidioso, la musica dei matrimonI tantissimi anche qui  e i cani randagi, rumorosissimi e alcuni anche pericolosi, uno ha cercato di aggredirmi tornando la sera in un tratto di strada buio, mi ha salvato la torcia del telefono puntata sugli occhi del cane.
Quando ti fermi per piu giorni in un posto ovviamente il rapporto con le persone cambia, hai modo di conoscere un pò meglio le persone che hai accanto e intrecciare più relazioni,  Jodhpur è diventata quindi la base per un paio di spostamenti fuori programma, sono tornato a Jaisalmer per un compleanno speciale e ingaggiato per girare una scena di un film a Bikaner.
L'esperienza cinematografica, che mi ha dato conferma che fare affari con gli indiani è difficilissimo, l'ho condivisa con Marcus un tatuatore australiano, e tra le tante cose che mi ha raccontato del suo paese, mi ha stupito sapere quanto sia difficile aprire uno studio di tattoo da quelle parti, l'attivita dei tatuaggi pare sia controllata dai bikers (...coi vestiti di pelle nera e le harley) che la esercitano esclusivamente e sono estremamente violenti con chi cerca di aprirne uno per conto proprio (potrebbe essere la sceneggiatura di un film!). Trascorriamo un pò di sere insieme, è divertente sta viaggiando con tutta l'attrezzatura per tatuare, e quando si ferma nei posti affigge qualche volantino in giro,  trasforma la stanza tipo studio e ogni tanto lo chiama qualcuno per un tattoo, in India non c'è una regolamentazione per questa attività.  Le ultime sere conosciamo Lee, un ragazzo sud coreano simpaticissimo che sta cercando di comprare un asino e usarlo come mezzo di trasporto per ritornare nella città dove ha lasciato la moto, è arrivato in india viaggiando in moto in russia, kazalistan e pakistan ...un pazzo.
Sta per iniziare l'ulltima settimana in India ed una delle cose che più mi rimarranno più impresse è il sorriso delle persone, bambini, adulti, anziani, il bellissimo sorriso della gente che ti vuole in qualche modo fregare e di quella che è felice per il solo fatto che sta parlando con te.


























3 commenti:

cesare del prato ha detto...

bello pensare a te che insegni "nun se move na paja" ai bambini indiani

Sergio Cuvato ha detto...

Nei cantieri del centro, tra le stradine di Jodhpur, il trasporto dei calcinacci è affidato ai somarelli governati da un paio di signore in sari... affascinante e poetico

cilla ha detto...

amo questa folle terra... se ti capita guardti il film "the fall", non lo trovi in italiano, riconoscerai molti luoghi e la fotografia è strepitosa!

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